La seconda Relatione di Francia conservata nell’Archivio di Stato di Venezia sotto il nome di Michele Morosini, datata al 1655, è di ampio respiro.
Potrebbe essere idealmente divisibile in due sezioni: una prima, dedicata alla situazione interna del paese, con attenzione alle persone e ai fatti, e una seconda, interessata alle relazioni della corte di Francia con gli altri Stati europei.
In tempi di turbinosi contatti diplomatici, Michele Morosini, che era stato inviato in Francia per sollecitare aiuti per il conflitto che da anni opponeva la Repubblica di Venezia alla Sublime Porta di Costantinopoli, riuscì non solo a prendere contatti diretti con i principali protagonisti della politica francese del tempo, ma anche a rendersi conto da vicino dello stato economico, politico e sociale del paese che visitò di persona quando fu costretto a seguire la corte fuori da Parigi.
Rincorrendo i regnanti, infatti, percorse le regioni del nord-est, confinanti con le Fiandre, e quelle del sud-ovest, verso la Spagna, avendo così modo di scorgere i drammatici segni di una guerra logorante, che aveva depauperato regioni già floride e scavato solchi di incomprensione tra istituzioni e ceti di cittadini.
Di questa esperienza, si relaziona, trattando, dopo una rapida introduzione, dei seguenti argomenti:
– la situazione socio-economica dello Stato, del territorio e dei suoi abitanti;
– il re Luigi XIV e i personaggi di spicco della corte, tra i quali la regina madre Anna d’Austria, il primo ministro cardinale Giulio Mazzarino, il duca di Orléans e il duca di Condé;
– il Consiglio di Stato, il Parlamento e gli sconvolgimenti della Fronda;
– gli indirizzi della politica estera francese, con particolare attenzione all’ostilità contro la Spagna, ma anche all’amicizia nutrita nei confronti di altre potenze continentali, come la Svezia, le Province Unite, il Portogallo, la Repubblica di San Marco e altri Stati della penisola.
La breve conclusione, com’era consuetudine, fa cenno al predecessore e al successore nella rappresentanza diplomatica, e mostra la gratitudine di Morosini per l’opportunità avuta di rendersi utile alla Repubblica.
Nel testo non mancano opinioni personali dell’autore, soprattutto su alcune figure di spicco dell’entourage parigino, una serie di giudizi spesso legati all’osservazione diretta della realtà, ai racconti di probabili informatori e, non meno, alle sue simpatie o antipatie.
Ne scaturisce un quadro complesso, ma allo stesso tempo di grande importanza dal punto di vista storico e culturale, poiché nella relazione si ritrovano molti e differenti aspetti della vita privata di personaggi, descrizioni speziate di figure che si muovono in un ambiente privilegiato nel quale si decidono le sorti dell’intera nazione e s’influenzano quelle europee.
Dettagliati i resoconti della situazione socio-politico-economica della Francia di metà Seicento, nella fase in cui tenta di imporsi, non senza difficoltà, come nazione guida per l’intera Europa.
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