Esaurito
- Editore: Cisalpino Istituto Editoriale Universitario
- Autori: Silvia Bussi
- Collana: Acta et Studia
- Collana Numero: 3
- Edizione: Prima Edizione
- Pagine: 184
- Tipo di copertina: Brossura
- Iconografia: Illustrazioni a colori
- ISBN: 9788832360967
- Anno di pubblicazione: 2008
- Dimensione copertina: 17 x 24
L’Egitto romano è una realtà assai sfaccettata, complessa e per molti aspetti contraddittoria, oggetto quindi di innumerevoli studi e di teorie interpretative contrastanti.
Area nevralgica del mondo mediterraneo nonché granaio di Roma e crogiolo di cultura impareggiabile, l’Egitto suscita nei Romani sentimenti opposti di ammirazione e terrore, di fascinazione e rigetto.
L’analisi condotta in queste pagine è focalizzata sulle élites locali: chi furono gli Egiziani grecizzati che riuscirono ad emergere e a segnalarsi in questa provincia nella quale la mobilità sociale era così prepotentemente impedita dai dominatori?
E in cosa consisteva questa eccellenza? Quali strategie essi adottarono per evitare il declassamento, così facile anche presso coloro che perpetuavano il sostrato ellenizzato, cresciuto nella cultura e nella formazione greca del ginnasio?
L’Egitto, e Alessandria in particolare, fu uno dei fari più splendenti della civiltà ellenistica. Eppure, mai tradì la sua essenza autoctona, come dimostrano i suoi monumenti, in stile faraonico fino alla fine dell’età romana, nonché la sua religione o la sua lingua, mai scomparsa del tutto e poi riemersa come vincente nel copto. Possiamo parlare, allora, di una romanizzazione? Pochissimi furono i Romani presenti in Egitto: nulla a paragone del fenomeno migratorio grecomacedone di età ellenistica. E sostanzialmente pochi i documenti in lingua latina rinvenuti.
Il fascino enigmatico di questa terra, di storia e cultura millenaria, che vide alternarsi e succedersi così tante dominazioni, sta forse proprio nell’aver tutto assorbito, tutto rielaborato arricchendosi continuamente senza mai tradire se stessa.
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