Il saggio offre un’ampia ricostruzione della cultura letteraria presso l’Università di Pavia, dagli anni Novanta del Settecento alla Repubblica Italiana.
Si esamina infatti lo sviluppo e la didattica dalle Belle Lettere nell’Ateneo pavese lungo un arco temporale di quarant’anni, dalla cattedra di Eloquenza classica affidata ad Angelo Teodoro Villa, al periodo giacobino dominato dalla figura del medico Giovanni Rasori, alla nomina di Vincenzo Monti come professore di Eloquenza e Poesia, accolta con grande aspettativa dagli studenti pavesi.
È solo con la Seconda Cisalpina e la Repubblica Italiana, infatti, che l’insegnamento delle Belle Lettere acquista maggiore dignità, essendone allargato l’ambito alla tradizione nazionale.
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